Nel 2020 è facile dare per scontato avere la possibilità di trovare nei supermercati merci provenienti prodotte a migliaia di chilometri di distanza, in arrivo quotidianamente da ogni parte del mondo. Si è cresciuti, per forza di cose, con la totale convinzione che sia una cosa assolutamente normale, oltre che semplice, poter trovare frutti, verdure e cibi di ogni genere distanti 20.000 km dal nostro Paese; così come strumenti tecnologici di ultima tendenza provenienti dalla Cina, arrivati in Italia in un batter d’occhio.

Ma cosa c’è dietro il processo che ha portato ad uno sviluppo così imponente dello scambio merci a livello mondiale? Noi ve lo andiamo a spiegare sotto il punto di vista del mare, la rotta commerciale più antica di sempre.

Facendo un grande salto indietro nel tempo, osserviamo come già nel ventunesimo secolo a.C. i Fenici fossero esperti del commercio marittimo di ogni bene; questi ultimi si possono considerare di fatto come i veri pionieri di questo settore.

Un viaggio iniziato dai Fenici, popolo di navigatori e commercianti

Una modalità, quella del commercio marittimo, che è andata affermandosi nel tempo, beneficiando chiaramente di decennio in decennio delle grandissime evoluzioni della tecnica e della tecnologia, e che, passando per le grandi navigazioni del Quattrocento e del Cinquecento, ha subito una notevole accelerazione con la rivoluzione industriale.

Ad oggi sono migliaia di navi merci che continuano a percorrere le tratte mercantili su mari, oceani e acque interne per trasportare da un continente all’altro milioni di tonnellate di merci di tutti i tipi, dal cibo ai prodotti tecnologici passando per cereali e petrolio.

Ai giorni nostri il trasporto di merci via mare risulta generalmente più conveniente dal punto di vista economico. Chiaramente anche i lati negativi non mancano: questo tipo di trasporto è infatti più lento rispetto a quello aereo; ragion per cui, sulle lunghe distanze, viene talvolta preferito l’aereo, con il tempo che diventa una discriminante ad esempio per prodotti a breve scadenza.

Proprio per queste ragioni e per le caratteristiche connaturate a questo tipo di trasporto, la nave viene spesso impiegata per merci di scarso valore unitario e non deperibili. Si ricorre al trasporto marittimo, ad esempio, nei trasporti su lunghe distanze di cereali, petrolio, minerali, legname.

Il commercio navale oggi è la metodologia di trasporto più usata per merci di ogni genere.

Nel corso del tempo le imbarcazioni usate per il trasporto internazionale di merci hanno conosciuto una forte evoluzione. Le navi del presente sono di fatto notevolmente più grandi, con lo scopo di trasportare carichi sempre più pesanti ed ingenti; risultano essere molto più automatizzate, così importante riduzione di costi e di uomini impiegati per l’equipaggio, seguendo il trend generale che tende sempre di più ad automatizzare ed a digitalizzare i lavori; infine le navi, rispetto al passato, risultano essere altamente specializzate per tipo di carico. Si hanno così navi per il trasporto delle merci alla rinfusa, navi container, navi frigorifero, per autoveicoli; navi dunque suddivise, di fatto, per categoria di trasporto oltre che per grandezza, peso ecc.

Un percorso di crescita importante dunque quello del commercio marittimo; un percorso che non ha però di fatto snaturato i vantaggi e la sicurezza del trasporto merci sull’acqua, con rotte che vanno ormai da una parte all’altra del mondo, con l’asse Italia-Cina fra i più caldi a livello planetario.

La nave resta dunque il mezzo ideale per il trasporto internazionale di merci; il traino principe per le lunghe distanze e per le grandi quantità, ovviamente laddove l’azienda in questione movimenti quantità di merci sufficienti a coprire le spese del servizio.

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