La guerra Russia-Ucraina provoca un effetto diretto sul sistema portuale internazionale

La notizia della settimana, che ci troviamo ahinoi a dover trattare anche sul blog Buonefra, è quella dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin. Il causus belli sarebbe l’indipendenza – o l’annessione – del Donbass, dichiarata da Putin alla vigilia dell’invasione delle truppe russe nel territorio ucraino.
I risvolti internazionali di questa faccenda, a livello commerciale ed economico, sono enormi.
In questa sede vogliamo però “limitarci” al discorso legato al commercio marittimo e portuale, essendo – peraltro – la zona del Donbass un’area strategica anche in questo senso. Vediamo perché…

I rischi per gli operatori portuali

La prima fotografia reale delle conseguenze dirette della guerra sul commercio marittimo viene fatta da Dryad Global, una società internazionale di global risk intelligence.
Il quadro attuale vede il Mar d’Azov bloccato dalle forze ucraine, con i porti marittimi del Paese la cui attività è sospesa per ordine dell’esercito ucraino.
Proprio la Dryad Global ha raccomandato espressamente a tutti gli operatori commerciali di “evitare qualsiasi transito o operazione all’interno della Zee dell’Ucraina o della Russia all’interno del Mar Nero”.
La situazione che sta di fatto degenerando di giorno in giorno, allarga questo allarme a tutta l’area del Mar Nero, paralizzando una costola importantissima del commercio marittimo mondiale.
Secondo Dryad Global le criticità riguardano “l’incertezza commerciale piuttosto che il rischio per la sicurezza dell’equipaggio”, ritenendo assodato che la Russia non abbia intenzione di prendere di mira navi straniere con attacchi militari.
Il suggerimento alle navi che si trovano nei porti ucraini resta quello di “cercare di partire immediatamente assicurandosi di trasmettere su Ais e dichiarando chiaramente le loro intenzioni in Vhf”.

Mariupol nel mirino

Ma quali sono le aree strategiche a cui potrebbe puntare Putin in termini commerciali ed economici?
Nonostante sia difficilissimo fare previsioni sulle reali intenzioni della Russia a conflitto appena iniziato, Mariupol rappresenta – con i suo porto – indubbiamente uno snodo cruciale (essendo il porto più ad est dell’area di conflitto). Mariupol è, peraltro, un porto direttamente collegato con l’Italia per il trasporto in entrata ed in uscita di una serie di beni e materiali di enorme importanza.
Diverso il discorso per Odessa, fuori dall’obiettivo russo ma comunque disertato dalle grandi compagnie di navigazione e trasporto marittimo.
Le conseguenze, che verranno percepite concretamente solo nelle prossime settimane, si preannunciano davvero disastrose.
La stretta europea sulla Russia, con la tendenza all’isolamento economico e commerciale, potrà giocare un ruolo importante nel conflitto? Presto per dirlo. Ma il mondo portuale, così come tutto il panorama economico internazionale resta – per ora – alla finestra. Perché in ballo c’è anche l’approvvigionamento dell’Italia in termini energetici.

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