La digitalizzazione portuale è fondamentale, ma in Italia si va a rilento

Il processo di digitalizzazione del settore portuale – secondo Federlogistica – in Italia ha causato fino a questo momento uno spreco di denaro e uno stato di immobilismo senza programmazione.
Questo allarme è arrivato nelle scorse settimane dal vicepresidente e responsabile del progetto digitalizzazione di Federlogistica Conftrasporto, Davide Falteri.
Secondo lui, la digitalizzazione dei porti è una necessità fondamentale per l’intero comparto della logistica in termini di crescita, sviluppo e sicurezza, ma ad oggi non risulta speso un singolo euro delle risorse messe a disposizione a questo fine dal PNRR.
“Per costruire un futuro sarebbe necessario definire una chiara visione d’insieme– dichiara Falteri –  implementando subito nuove strategie che consentano operativamente di procedere in tema di digitalizzazione, non solo per evitare un macroscopico spreco di risorse pubbliche, ma anche per rendere più competitivo il settore”

Il PNRR c'è ma mancano gli investimenti

Da parte del settore della logistica c’è dunque un’esortazione ad un repentino cambio di passo per evitare un nuovo fallimento e lo spreco di una grande opportunità; un’esortazione diretta espressamente al ministero dei trasporti.
Questo perché, proprio al riguardo della digitalizzazione “non è ancora chiaro quali siano le priorità che si vogliono dare a supporto di imprese che, a partire dalla cyber security, necessitano di un sostegno reale e  concreto”.
L’appello ha lo scopo di accelerare i tempi e far sì che il denaro destinato alla logistica e alla digitalizzazione dei porti venga effettivamente speso a questo scopo e non dirottato su progetti che hanno poco a che vedere con questo mondo che, come abbiamo sottolineato spesso anche sul blog Buonefra, si è caratterizzato praticamente sempre come un vero e proprio traino dell’economia territoriale e nazionale.

La Digital Community della logistica

La somma prevista dal PNRR per la digitalizzazione della logistica è pari a 250 milioni di euro; fondi che hanno proprio lo scopo di implementare la Piattaforma digitale logistica nazionale.
Come denunciato però da Falteri “oggi la piattaforma nazionale rischia di alimentare solo strutture aziendali e consulenti che, al momento, non hanno prodotto alcun risultato significativo. Federlogistica, per contro, ha elaborato un grande progetto di digital community al quale hanno già aderito molte e importanti realtà e che può diventare da subito la base sulla quale edificare la piattaforma nazionale in modo serio, strutturato e trasparente”.

Per aggiornamenti su questo e altri argomenti al riguardo del grande mondo dello shipping, iscriviti alla newsletter Buonefra; ti basta cliccanre qui.