Lo Stad Ship Tunnel, il primo tunnel navale nella storia

Avviato nei mesi scorsi il primo progetto nella storia mondiale che darà vita alla costruzione di un tunnel navale in Norvegia. Un’idea fino a poco tempo fa inimmaginabile e che mostra come con la programmazione e con la capacità di agire ed investire si riescano a mettere in piedi delle infrastrutture di ultimissima generazione.
Il progetto: parliamo di un’opera volta ad una possente implementazione del sistema di sicurezza marittima in un tratto particolarmente pericoloso del Nord Europa. La rotta in oggetto è, infatti, quella che passa sul mare di Stadhavet, costeggiando per l’appunto la penisola di Stad, considerata una delle più pericolose della Scandinavia.
La soluzione, messa a punto qualche anno fa, è stata trovata nella costruzione di un tunnel navale, il primo al mondo, che mette sicurezza ed efficienza al primo posto, per davvero.

Costi e obiettivi

La maxi galleria che taglierà la penisola di Stad al di sotto della terra ferma, permettendo alle imbarcazioni con larghezza massima di 25 metri di evitare uno dei tratti di costa più insidiosi d’Europa, avrà un costo compreso fra i 300 ed i 400 milioni di euro.
La realizzazione vedrà la luce in 5 anni, ma conoscendo i tempi nordici probabilmente anche meno, e rappresenterà un’infrastruttura a tutti gli effetti rivoluzionaria, capace di sostituire i classici canali che, come visto a Suez, possono creare non poche problematiche in determinati frangenti del trasporto e della movimentazione merci, specie a certe dimensioni e con il coinvolgimento, ormai da anni, di imbarcazioni provenienti e dirette ad ogni parte del globo.

Nord Europa sempre anni luce avanti: ma perché?

La politica del “no” a priori, una macchina burocratica farraginosa e senza vie d’uscita, la miopia organizzativa e tanti altri fattori hanno fatto sì che l’Italia rimanesse impantanata in una palude melmosa infrastrutturale che di fatto fa sembrare la Norvegia (in questo caso) un Paese di un’altra galassia. Il nostro Paese è chiamato necessariamente sempre più a dare un’accelerata nell’implementazione di piani infrastrutturali che diano alle imprese di tutti i settori la possibilità di fare passi in avanti tanto necessari quanto urgenti, ad Ortona (nell’area portuale e non solo), in Abruzzo ed in tutta l’Italia. Di “trafori navali” difficilmente se ne vedranno, ma gli adeguamenti necessari a rendere praticabile il lavoro di uno dei settori trainanti dell’economia del nostro Paese sono tanto urgenti quanto sacrosanti.