Il primo yard truck a idrogeno arriva dall’Italia

Grande svolta a tinte green nel mondo della logistica portuale: è stato progettato in Italia, dal consorzio Atena con il supporto di Enea, dei Cantieri del Mediterraneo e delle Università di Napoli e Salerno, il primo trattore portuale ad emissioni zero.
Uno yard truck green e rispettoso dell’ambiente, equipaggiato con un motore elettrico, a propulsione ibrida a celle a combustibile e batterie litio-ioni, capace di garantire prestazioni elevate e riduzione delle emissioni di Co2.
Ma qual è l’obiettivo della messa in commercio di un mezzo di questo tipo?
Più che obiettivo parliamo di una sfida, una sfida lanciata al comparto della logistica che – come abbiamo spesso detto – in termini di emissioni si fa carico di numeri importanti (in negativo ovviamente). Una tendenza che deve cambiare e che si può cambiare proprio con gesti concreti come questo. Ma vediamo insieme, nel dettaglio, quale sarà la strada da prendere partendo proprio da qui…

Il viaggio verso una logistica green

Il trattore portuale ad emissioni zero è il risultato degli enormi passi in avanti fatti dalle aziende italiane in termini di ecosostenibilità ed energie rinnovabili.
Un’innovazione, questa, che punta a ridurre in maniera sensibile e su larghissima scala le emissioni e a favorire un ricambio dei mezzi utilizzati per la movimentazione delle merci nei porti. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’utilizzo di un propulsore ibrido a celle a combustibile e batterie litio-ioni, che permettono di svolgere le consuete operazioni di carico e scarico dalle navi cargo con bassi costi di manutenzione e zero emissioni, garantendo una buona autonomia operativa e tempi di rifornimento brevi.
Un’azione forte che può rappresentare una vera rivoluzione nel mondo della logistica portuale: come abbiamo già spiegato nei mesi scorsi, infatti, questo comparto rappresenta da solo il 2,5% delle emissioni globali di anidride carbonica e il 13% delle emissioni di tutto il comparto europeo dei trasporti, per un totale di circa un miliardo di tonnellate di emissioni di CO2.
L’idrogeno può davvero essere la strada maestra per una logistica migliore, sotto il punto di vista dell’efficienza e dell’ambiente.

Ok, ma come siamo messi con autonomia e potenza?

Sicuramente, arrivati a questo punto, ti starai chiedendo quale sia l’autonomia di questo mezzo: un fattore fondamentale e che incide indubbiamente in maniera importante sulle nostre valutazioni.
Beh, devi sapere che anche questo tabù viene sfatato: il prototipo del trattore portuale possiede infatti una capacità complessiva di accumulo di circa 12 kg di idrogeno, con un funzionamento continuo di almeno 6 ore, la durata media di un turno di lavoro.
Idem per la potenza: lo yard truck possiede infatti l’equipaggiamento giusto per ogni necessità.
L’ideale sarebbe comunque – come fatto a Valencia, nel primo porto dove verrà testato il mezzo – ideare dei progetti integrati che possano garantire uno sviluppo su larga scala di piani di questo tipo.
Nel porto spagnolo, infatti, è stata costruita una stazione mobile di rifornimento idrogeno, stazione che verrà utilizzata anche per il rifornimento dei carrelli elevatori, alimentati con lo stesso principio.

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