Un importante passo in avanti per lo sviluppo della logistica agroalimentare

Firmato nelle scorse settimane dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, il Decreto volto a sviluppare la logistica del settore agroalimentare che passerà dal miglioramento della capacità logistica delle aree portuali nelle diverse zone d’Italia.
L’investimento previsto per questo intervento sarà di 150 milioni di euro in 4 anni prendendo in considerazione la misura “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo” del PNRR.
E proprio l’agroalimentare è tra i principali settori toccati in maniera concreta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con questo Decreto che rappresenta la ciliegina a seguito di diversi investimenti già ufficializzati nei mesi scorsi, come quello di giugno, legato ai Contratti per la logistica agroalimentare, a beneficio delle aziende del settore, e quello di agosto, facente invece riferimento all’Ammodernamento dei mercati all’ingrosso con finalità di promozione della logistica agroalimentare.

Ambiente e innovazione digitale ancora una volta al centro

Ma quali sono i progetti ammissibili per i finanziamenti in questo ambito?
Ci sono diversi requisiti da rispettare; vediamoli insieme:

  • le aziende beneficiarie dovranno realizzare, rifunzionalizzare, ampliare, ristrutturare e digitalizzare aree, spazi e immobili connessi alle attività e ai processi logistici delle aree portuali;
  • sarà necessario efficientare e migliorare la capacità commerciale e logistica attraverso interventi volti al potenziamento delle infrastrutture per il trasporto alimentare, anche al fine di ridurre i costi ambientali e le emissioni nel trasporto di materie prime, semilavorati e merci tra centri produttivi, centri logistici e mercati;
  • le imprese dovranno migliorare l’accessibilità ai servizi hub e rafforzare la sicurezza delle infrastrutture portuali anche mediante l’utilizzo di tecnologie innovative e/o a ‘zero emissioni’;
  • sarà inoltre vincolante rafforzare i controlli merceologici volti a preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità e caratteristiche produttive, anche al fine di ridurre gli sprechi alimentari;
  • tutte le azioni saranno comunque volte a ridurre gli impatti ambientali attraverso interventi di riqualificazione energetica e incrementare il livello di tutela ambientale.
Finanziamenti a fondo perduto per investire realmente sui porti

Quali sono invece i vincoli di presentazione della domanda?

L’accesso al contributo può essere richiesto dalle Autorità di sistema portuale, con un massimo di due progetti per ogni singolo soggetto richiedente: occorre precisare che un importo pari ad almeno il 40% delle risorse dedicate alla misura, è destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno per lo sviluppo e la crescita in queste aree.
Il costo dei progetti presi singolarmente avrà una soglia di costo minimo di 5 milioni di euro, fino ad arrivare ad un massimo di 20, con il finanziamento che non supererà invece i 10 milioni di euro.
In alcune delle categorie di investimenti ammissibili, il contributo – a fondo perduto – concesso, non potrà essere superiore alla differenza tra i costi ammissibili e il risultato operativo dell’investimento.

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